Geko Alessandrus: Il Burbero del Bisenzio
Nome scientifico: Gekus alessandrus bestemiator
Habitat: Fiume Bisenzio e fabbriche abbandonate di Montemurlo
Caratteristiche distintive: Temperamento irascibile, linguaggio colorito, paura irrazionale dei Geki, assenza di un pezzo di dito
Il Geko Alessandrus (Gekus alessandrus bestemiator) è una specie di rettile semi-urbano che ha sviluppato una perfetta simbiosi con l’ambiente industriale del pratese. Si trova principalmente nelle fabbriche di Montemurlo, dove si mimetizza tra i macchinari arrugginiti, le pareti scrostate e i sacchi di cemento dimenticati dagli anni ‘90. Tuttavia, alcuni esemplari sono stati avvistati lungo il fiume Bisenzio, dove, con aria sospettosa, scrutano il territorio alla ricerca di potenziali nemici (praticamente tutti gli altri esseri viventi).
Comportamento e interazioni sociali
Il Geko Alessandrus è noto per il suo caratteraccio. Diffidente, irascibile e incline alla bestemmia spontanea, reagisce a qualsiasi intrusione nel suo territorio con una raffica di insulti in un dialetto incomprensibile. Nonostante il suo atteggiamento ostile, presenta un paradossale senso di giustizia: sebbene detesti ogni altro animale, in rari momenti di vulnerabilità dimostra di avere un cuore d’oro. Sono documentati casi di G. alessandrus che, dopo aver insultato un piccolo animale ferito per essersi fatto male da solo, lo ha poi aiutato a mettersi al sicuro, brontolando per tutto il tempo.
Una peculiarità della specie è la sua estrema paura dei Geki (Gekus standardus). Nonostante sia fisicamente più grande e aggressivo, il solo avvistamento di un Geko comune scatena in G. alessandrus un panico incontrollato, che si manifesta con un fuggi-fuggi disordinato accompagnato da imprecazioni al cielo. Questa fobia non ha ancora trovato una spiegazione scientifica, ma si ipotizza che sia dovuta a un antico trauma evolutivo.
Morfologia e adattamenti
Il Geko Alessandrus ha una struttura corporea robusta, con zampe agili adatte a muoversi tra detriti industriali e vecchie tubature. Tuttavia, quasi tutti gli esemplari adulti mostrano un’inconfondibile menomazione: la mancanza di un pezzo di dito, probabilmente perso in misteriose battaglie territoriali o incidenti dovuti alla sua stessa incoscienza.
La sua pelle, spesso macchiata di polvere e ruggine, gli fornisce un eccellente camuffamento, permettendogli di sbucare all’improvviso per terrorizzare gli intrusi con una serie di insulti incomprensibili.
Conclusioni ecologiche
Il Geko Alessandrus è un elemento chiave nell’ecosistema urbano-industriale del Bisenzio, mantenendo sotto controllo le popolazioni di insetti e piccoli roditori. Nonostante il suo carattere difficilmente gestibile, la sua presenza è fondamentale per l’equilibrio del territorio. Tuttavia, gli studiosi consigliano di mantenere una certa distanza e di evitare di nominare i Geki in sua presenza, onde evitare una reazione spropositata e un’improvvisa lezione di dialetto locale in forma di improperi.
LE BATTAGLIE:
La Battaglia di Montemurlo: Il Trionfo del Geko Alessandrus
L’ecosistema del Bisenzio è un teatro di scontri per la supremazia territoriale, ma poche battaglie sono rimaste impresse nella memoria collettiva quanto la leggendaria disfatta congiunta della Nutria Elena Puzzolentis e del Castoro Pelato Mirkus per mano di un solo, inaspettato vincitore: il Geko Alessandrus.
Il motivo dello scontro
Tutto ebbe inizio in una calda notte d’estate, quando Elena puzzolentis e C. pelatus mirkus si trovarono, per un raro caso del destino, ad allearsi temporaneamente. Lo scopo? Saccheggiare il deposito segreto di vino del Bar Café Victory, custodito nei magazzini industriali di Montemurlo. Il piano sembrava infallibile: la nutria avrebbe fatto da esca distraendo i clienti del bar, mentre il castoro, esperto scavatore, avrebbe creato un tunnel d’accesso alla riserva alcolica.
Tuttavia, nessuno dei due aveva considerato l’imprevedibile variabile del territorio: Geko Alessandrus.
L'ira del guardiano di Montemurlo
Nonostante il suo caratteraccio e la sua avversione per ogni forma di socialità, il Geko Alessandrus si considerava il sovrano indiscusso delle fabbriche abbandonate di Montemurlo. Il solo pensiero che due invasori potessero mettergli piede in territorio sacro lo fece ribollire di rabbia. Non appena scoprì il piano di E. puzzolentis e C. pelatus mirkus, il geko si lanciò in un attacco preventivo, accompagnato da una sequenza di bestemmie che fecero tremare i muri della vecchia fabbrica.
Lo scontro epico
Elena puzzolentis, già alticcia dopo aver rubato un paio di bottiglie abbandonate nei paraggi, cercò di rispondere con un attacco a sorpresa, lanciandosi nel tentativo di mordere il geko. Ma G. alessandrus, più veloce e astuto, la evitò con una schivata spettacolare, rovesciandole addosso un vecchio cartello arrugginito con la scritta “Zona Pericolosa – Rischio Crollo”. La nutria, stordita, finì a zampe all’aria tra i rottami.
Nel frattempo, C. pelatus mirkus tentò di approfittare della distrazione per terminare il suo scavo, ma non aveva previsto la furia cieca del geko. Con un salto acrobatico degno di un maestro di arti marziali, G. alessandrus atterrò sulla schiena del castoro e lo immobilizzò con una presa letale. In preda al panico, il castoro iniziò a battere la coda per chiedere pietà, ma il geko non era disposto a negoziare.
“HAI FINITO DI SCAVÀ NELLA MIA FABBRICA, PEZZO DI RATTO PELATO?” ruggì il geko, mentre assestava una zampata che mandò il castoro a ruzzolare in una pila di vecchie cassette di birra.
Il trionfo e la fuga
Con un'ultima, fragorosa bestemmia, Geko Alessandrus si issò sopra un vecchio container arrugginito e fissò i suoi avversari sconfitti con disprezzo. Elena puzzolentis barcollò fino al Bisenzio, promettendo vendetta tra un rutto e l'altro, mentre C. pelatus mirkus si trascinò via, mormorando qualcosa sulla necessità di "costruire una diga e riflettere sulle proprie scelte di vita".
Da quel giorno, nessuno osò più invadere il dominio di Geko Alessandrus. La battaglia divenne leggenda, tramandata nei bisbigli degli animali del Bisenzio: la notte in cui un piccolo geko bestemmiatore aveva sconfitto i due giganti del fiume, con nient’altro che la sua furia, la sua velocità… e una quantità inimmaginabile di insulti irripetibili.
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